“Non ci può essere rinascita senza una notte oscura dell’anima, un totale annientamento di tutto ciò che hai creduto e pensato di essere" - Hazrat Inayat Khan La Notte Buia dell’Anima è un termine che ha le proprie origini nell’antico passato. Si tratta di una esperienza che potrebbe essere definita come la dissoluzione del significato della vita così come viene percepita dai nostri sensi, con il conseguente senso di perdita di significato di ogni cosa fino a quel momento vissuta e creduta, tanto da produrre ad uno stato interiore di malessere e tristezza, simile a quello che convenzionalmente viene chiamato “depressione”. Nulla ha più senso e manca uno scopo. A volte può essere innescato da qualcosa che accade esteriormente, a volte inizia a manifestarsi dall’interno in concomitanza con un punto di crisi evolutiva, definito dalle antiche discipline sulla base dell’età e dei cicli planetari. Negli antichi insegnamenti della Kabbalah vengono definite due Notti Buie dell’Anima: la prima Notte Buia dell’Anima e la Seconda Notte Buia dell’Anima. La prima riguarda la crisi della personalità, cioè della vecchia struttura concettuale che avevamo della nostra vita, la seconda è una crisi spirituale e accade generalmente a coloro che sono nel percorso di ricerca di sé stessi. Ognuna di queste due crisi porta l’individuo in un luogo oscuro, in cui la mente perde il significato della vita da lei stessa creato, innescando in noi l’illusoria idea di conoscere che cosa stia accadendo sulla base di quello che l’intelletto percepisce come reale. In realtà, questo passaggio di assenza di significato concettuale ha lo scopo, a livello profondo, di dissolvere i significati che sono stati dati alle esperienze, alle cose e alle persone, da un punto di vista condizionato e culturale. Lo scopo è di portarci ad un punto in cui si ha la sensazione di non capire più nulla, creando in noi sensazioni di paura, ansia, confusione, angoscia, disorientamento e solitudine da cui crediamo di non riuscire più ad uscire. Le antiche tradizioni di saggezza spiegano come in realtà si tratti di un risveglio dall’immersione nel proprio sogno poiché l’esistenza sta attivando una profonda trasformazione interiore che ha lo scopo di dissolvere la vecchia idea di noi stessi e far emergere una nuova realtà e un nuovo senso di sé. Paradossalmente gli insegnamenti antichi ci insegnano che è solo accettando di addentrarci in tale oscurità, troveremo la luce, il risveglio e la nuova vita. In questo seminario analizzeremo insieme che cos’è la Notte Buia dell’Anima, che diversità esiste tra la prima e la seconda, che cosa accade e perché, come riconoscerle, ma soprattutto come attraversarle per iniziare a comprendere noi stessi e ciò che accade nella nostra vita alla luce della più grande consapevolezza cosmica. Come scriveva Carl Jung, uno dei padri della psicologia, “non si raggiunge l’illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l’oscurità interiore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia”. “Più t’inoltrerai e più i tuoi piedi incontreranno insidie. Il Sentiero che conduce in alto è illuminato da una sola fiamma, dalla fiamma dell’audacia che risiede nel cuore. Più osi, più otterrai; più temi e più la luce impallidirà, ed essa sola può guidare" - H.P. Blavatsky
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