Secondo l’antica tradizione ebraica, l’Albero della Vita, noto anche come Kabbalah, è un’antica mappa di coscienza donata da Dio all’uomo per favorire il ritorno dell’umanità ad uno stato di Unità col tutto. Questa mappa illustra il modo in cui Dio, il Creatore, l’Ain-Soph (“il Senza Fine”), esprima la Propria energia creativa mantenendo una costante interazione con l’Universo. In principio qualunque tipo di esistenza sarebbe stata impossibile, poiché avrebbe costituito un limite all’infinità di Dio. La tradizione sacra afferma che la materializzazione di tutto ciò che esiste richiese un atto di contrazione e di ritrazione da un punto, definito Tzimtzum o Lampo Cosmico, e una conseguente esplosione in tutte le direzioni (il Big Bang Cosmico). Quest’azione Divina generò lo spazio in cui si insinuò un Raggio (Kav) di Luce Divina che diede vita alle dieci emanazioni, o Sephirot, che rivelarono la mente e l’influenza dinamica di Dio e la mappa della vita interiore dell’uomo, fatta ad immagine di Dio. Secondo i primi studi Kabbalistici, Dio era trascendente e si trovava sopra ogni cosa, mentre la creazione si trovava sotto e, tra i due, esisteva un Abisso incolmabile (attraverso le 10 Sephirot) che rivelava l’essenza nascosta di Dio nell’Universo. I mattoni divini della creazione furono le 22 Lettere dell’alfabeto ebraico, che contengono i segreti di tutto ciò che esiste: esse rappresentano il “protoplasma Divino” e la base per determinare con precisione il piano dettagliato utilizzato da Dio per creare l’Universo. Tutto è parte del “Corpo di Dio” e la metafora dell’Albero della Vita è una chiara espressione di tale concetto. L’Albero rivela la mente di Dio e la Sua influenza sul mondo, le dinamiche della personalità umana e il suo processo di ritorno ad uno stato di Unità – il Dio “in ogni cosa” - attraverso un riallineamento armonico di tutti i livelli dell’esistenza umana: spirituale, mentale, emotiva, fisico-energetico. Nella Kabbalah questi livelli vengono descritti come i 4 Mondi dell’Albero della Vita, parimenti noti come la Scala di Giacobbe - un concetto che rievoca quello medievale della “Grande Catena dell’Essere” che discende da Dio fino alla materia. I 72 Angeli della Kabbalah, o i 72 Nomi di Dio, derivano dall’interpretazione e dall’analisi approfondita di 3 versetti del Capitolo 14 dell’Esodo mediante una tecnica chiamata Notariqon. I profondi studi biblici e numerologici di questo testo sacro diedero vita ai 72 Nomi degli Angeli che conservano e celano, all’interno delle lettere che li compongono, un’intensa correlazione con il Divino. Ciascuno di noi possiede quattro Angeli di Nascita (l’Angelo Custode, l’Angelo del Cuore e l’Angelo Spirituale e quello Mentale). La loro energia/coscienza è alla base dell’assetto energetico della struttura aurica di ciascun individuo e racchiude le chiavi del processo di risveglio attraverso le esperienze della propria vita. Per questa ragione, ogni Angelo è associato ad un mondo e ad una specifica Sfera nell’Albero della Vita, ma anche ad un segno astrologico e ad un elemento nello Zodiaco. Lo scopo di questo seminario è quello di osservare i 72 Angeli della Kabbalah in relazione alla loro collocazione nelle dieci Sfere e nello Zodiaco per comprenderne il contributo all’assetto energetico e al livello di consapevolezza dell’individuo. Nel corso di questo profondo lavoro di analisi rimarremo sorpresi dal loro incredibile potere di trasformare e manifestare la nostra missione e il nostro scopo nella vita. CONTENUTI:
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